di Emilia Morelli

La Procura di Milano chiede l’amministrazione giudiziaria per Tod’s per presunte irregolarità nella filiera produttiva. Cassazione chiamata a decidere sulla competenza del caso

tod'sLa Procura di Milano ha richiesto l’applicazione della misura di amministrazione giudiziaria per Tod’s Spa, ipotizzando una condotta agevolatoria rispetto a fenomeni di sfruttamento del lavoro in alcune aziende della sua filiera produttiva.
Secondo gli inquirenti, coordinati dal pm Paolo Storari, l’azienda non avrebbe esercitato un controllo sufficiente sugli opifici in cui si sarebbero verificati abusi a danno dei lavoratori. Si tratta di verifiche che, negli ultimi anni, hanno coinvolto diversi marchi della moda italiana per situazioni analoghe.

La disputa sulla competenza territoriale

Il procedimento ha però subito una battuta d’arresto per motivi di competenza territoriale. Il Tribunale di Milano, seguito poi dalla Corte d’Appello, ha stabilito che a dover valutare la richiesta della Procura non sia la magistratura milanese, ma quella di Ancona.
La decisione definitiva spetterà alla Corte di Cassazione, che il 19 novembre dovrà pronunciarsi su quale sia l’autorità giudiziaria competente a proseguire il caso. La notizia, diffusa in anteprima da Reuters e confermata all’ANSA, ha riacceso il dibattito sulle responsabilità delle grandi aziende rispetto al controllo delle proprie filiere.

Le accuse degli inquirenti e la replica dell’azienda

Secondo gli atti raccolti dagli investigatori, i lavoratori impiegati in alcuni laboratori gestiti da imprenditori cinesi avrebbero operato in condizioni precarie, con salari molto bassi – tra i 4,5 e i 4,8 euro l’ora – e turni estenuanti, anche notturni. Le indagini hanno inoltre evidenziato la presenza di macchinari non a norma e ambienti di lavoro privi delle condizioni minime di sicurezza.
Tod’s, da parte sua, ha confermato di aver ricevuto la notifica dell’udienza, ma ha ribadito la piena osservanza delle normative vigenti. L’azienda sostiene di effettuare controlli regolari sui fornitori, i quali sottoscrivono contratti che impongono il rispetto dei contratti collettivi e delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

Gli opifici sotto indagine

Le presunte irregolarità sarebbero emerse negli stabilimenti “Wang Junii” di Monte San Giusto (Macerata) e “Lucy srls” di Torre San Patrizio (Fermo). In questi laboratori venivano prodotte componenti delle calzature, in particolare le tomaie, destinate alla commercializzazione con il marchio Tod’s.
I giudici milanesi hanno però ritenuto che le condotte contestate si siano verificate interamente nel territorio marchigiano, dove si trova anche la sede legale del gruppo Tod’s, a Sant’Elpidio a Mare, e hanno quindi disposto la trasmissione degli atti alla magistratura di Ancona.

Il caso parallelo delle divise

Un capitolo distinto dell’inchiesta riguarda la produzione delle divise per i commessi dei negozi Tod’s. In questo caso, le irregolarità sarebbero state riscontrate in altri laboratori gestiti da imprenditori cinesi nell’area milanese, tra cui “Zen Confezioni srl” a Baranzate e “Li Quingdong”, subfornitori di imprese che collaboravano indirettamente con Tod’s.
Secondo i giudici, tuttavia, il marchio non può essere considerato responsabile di agevolazione colposa, poiché si è comportato come un semplice committente di forniture e non come produttore diretto di beni destinati al mercato.

Altri marchi coinvolti in casi analoghi

Il caso Tod’s si inserisce in un contesto più ampio che ha già visto coinvolti altri nomi di rilievo del made in Italy, come Armani, Valentino, Dior, Alviero Martini e Loro Piana. In diverse circostanze, la magistratura ha nominato amministratori giudiziari per garantire la regolarità delle condizioni di lavoro e per sanare le criticità riscontrate.
In molti di questi procedimenti le misure sono state poi revocate, una volta dimostrato l’impegno delle aziende nel ripristinare standard etici e legali nella filiera produttiva. Anche nel caso Tod’s, va sottolineato, l’azienda non è indagata: le accuse di caporalato riguardano esclusivamente i titolari dei laboratori coinvolti.

Un nodo tra etica e responsabilità industriale

L’inchiesta, pur nella sua complessità tecnica, riapre il tema della responsabilità sociale delle imprese e del controllo effettivo sulle filiere globalizzate della moda. In attesa della decisione della Cassazione, il caso Tod’s diventa un nuovo banco di prova per misurare quanto il lusso italiano riesca a coniugare eccellenza artigianale, legalità e diritti dei lavoratori.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati

L’articolo Tod’s e l’inchiesta sul lavoro nelle filiere: la Cassazione deciderà sulla competenza territoriale proviene da Associated Medias.