di Ennio Bassi

Il disegno di legge proposto da Gasparri introduce pene più severe per chi esprime posizioni antisioniste, ma la norma rischia di tradursi in un ddl anti pro Pal

In Senato è approdato un nuovo disegno di legge firmato da Maurizio Gasparri (Forza Italia) con l’obiettivo dichiarato di rafforzare il contrasto all’antisemitismo. Il provvedimento arriva in un momento particolarmente delicato, in cui le manifestazioni a sostegno della popolazione palestinese si moltiplicano in tutto il mondo, Italia inclusa. Ed è proprio in questo contesto che il testo legislativo ha acceso un acceso dibattito politico e civile.

Cosa prevede il testo

Il disegno di legge, che si inserisce sulla scia di precedenti iniziative come il ddl 1004, mira a reprimere non solo gli atti di odio espliciti ma anche alcune espressioni considerate antisioniste. In particolare, il testo prevede sanzioni penali e obblighi di segnalazione per chi esprima critiche ritenute eccessive nei confronti dello Stato di Israele. Una formulazione che, secondo le opposizioni e numerosi giuristi, rischia di restringere eccessivamente i confini della libertà di espressione, soprattutto in ambito accademico.

Nel mirino ci sarebbero in particolare le università e le scuole, considerate terreno fertile per forme di dissenso politico e solidarietà con la causa palestinese. Non a caso, la proposta ricorda da vicino recenti iniziative legislative statunitensi che hanno imposto limiti severi alla libertà di parola nei campus, sotto la giustificazione della lotta all’antisemitismo.

Il tempismo del decreto e il rischio liberticida

Secondo i dati dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione CDEC, nel 2024 si sono registrati 877 episodi di violenza o discriminazione legati all’antisemitismo in Italia – un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Nessuno, nel dibattito politico, nega la necessità di contrastare efficacemente questo fenomeno. Ma per molti, il rischio di una deriva liberticida è concreto.

«Siamo di fronte a un tentativo di usare la lotta all’odio come strumento per silenziare il dissenso politico», ha dichiarato un senatore dell’opposizione durante la discussione in aula. A far discutere è anche l’assenza di una distinzione chiara tra l’antisemitismo come odio verso gli ebrei e l’antisionismo come critica politica a un progetto statale.

Associazioni per i diritti civili e realtà accademiche temono che un simile provvedimento possa aprire la strada a una criminalizzazione sistematica del dissenso. In un periodo in cui il dibattito su Gaza è più acceso che mai, il disegno di legge potrebbe colpire proprio quelle voci che chiedono il rispetto del diritto internazionale e la fine delle ostilità.

Il testo è attualmente in discussione al Senato e, secondo fonti parlamentari, dovrà affrontare numerosi emendamenti. Ma il segnale politico è chiaro: si sta cercando di ridefinire i confini tra libertà di espressione e discorso d’odio, in un equilibrio sempre più difficile da mantenere.

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