di Aisha Harrison

Dopo due anni di guerra, concordato il cessate il fuoco. Prevista una tregua immediata, lo scambio di prigionieri e la liberazione degli ostaggi entro 72 ore. La firma dell’intesa prevista per le 11 di oggi ora italiana

 

E’ arrivato l’annuncio che il mondo attendeva da settimane. Israele e Hamas hanno concordato la prima fase del piano di cessate il fuoco proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ponendo le basi per una tregua che, se rispettata, potrebbe aprire una nuova pagina nella drammatica storia del conflitto in Medio Oriente.La notizia è stata diffusa nella notte attraverso un post dello stesso Trump sul suo social network, che ha commentato “È un grande giorno per Israele, per il popolo palestinese e per il mondo”.

L’intesa – mediata da Qatar, Egitto e Turchia – prevede un cessate il fuoco immediato, il ritiro parziale delle forze israeliane dal territorio e uno scambio di prigionieri tra Israele e Hamas, oltre all’ingresso urgente di aiuti umanitari nella Striscia. Fonti diplomatiche citate da Al Jazeera spiegano che la fase iniziale del piano dovrebbe essere attuata entro pochi giorni, mentre i dettagli operativi vengono ancora negoziati tra le parti. Intanto, l’Esercito israeliano ha ricevuto ordini di “prepararsi a un ridispiegamento” delle proprie truppe nella Striscia, in vista di un possibile ritiro o di un riposizionamento in aree arretrate. Sul piano internazionale, il primo ministro britannico Keir Starmer ha accolto “con favore” l’accordo raggiunto tra Israele e Hamas, chiedendo che “venga attuato senza ritardi e che tutte le restrizioni agli aiuti umanitari verso Gaza siano revocate immediatamente”.

Anche i leader di Australia e Canada hanno espresso soddisfazione, definendo il piano “un passo essenziale verso una pace giusta e duratura”. Da parte sua, Hamas ha confermato la firma dell’accordo, sottolineando che esso “pone fine alla guerra e apre una nuova fase di ricostruzione e scambio dei prigionieri”.

Il presidente Trump, in un’intervista a Fox News, ha dichiarato che il rilascio degli ostaggi avverrà “entro lunedì prossimo” e che gli Stati Uniti “si impegneranno a garantire che Israele non riprenda le operazioni militari”.

Sul terreno, tuttavia, Al Jazeera riferisce che le forze israeliane hanno continuato a bombardare diverse aree di Gaza, compresi i quartieri occidentali della città e Khan Younis, causando nuove vittime. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha invitato tutte le parti “a rispettare pienamente le clausole dell’accordo” e a garantire “un cessate il fuoco permanente, la liberazione di tutti i detenuti e l’accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari”.

Mentre la comunità internazionale accoglie con cautela l’annuncio, nelle strade di Gaza centinaia di civili sono scesi in piazza per festeggiare la notizia, tra speranza e paura che la tregua non duri.

Il Qatar, mediatore chiave insieme a Egitto e Turchia a Sharm al Sheikh , ha confermato che “tutte le clausole e i meccanismi di attuazione della prima fase dell’accordo sono stati approvati dalle parti”. L’intesa prevede:

la cessazione immediata delle ostilità;

l’ingresso massiccio di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza;

il rilascio graduale dei prigionieri palestinesi detenuti da Israele;

e, soprattutto, la liberazione entro 72 ore dei restanti ostaggi israeliani ancora vivi.

Un alto funzionario israeliano ha precisato alla Cnn che, una volta approvata la lista dei prigionieri palestinesi da liberare, scatterà un conto alla rovescia di tre giorni per la restituzione degli ostaggi da parte di Hamas.

L’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Yechiel Leiter, ha espresso ottimismo ma anche cautela:“Speriamo che questa tregua conduca a una cessazione permanente delle ostilità e alla ricostruzione di Gaza. Tuttavia, tutto dipenderà dall’attuazione dell’accordo da parte di Hamas.” Trump, dal canto suo, ha definito l’intesa “una vittoria della diplomazia americana”, ringraziando i mediatori arabi e promettendo che Washington sarà coinvolta nella ricostruzione e nella sicurezza di Gaza:“Gli Stati Uniti aiuteranno entrambe le parti a costruire una pace duratura. Credo che gli ostaggi saranno liberi entro lunedì, compresi i corpi di coloro che purtroppo non ce l’hanno fatta.”o accordo dipende dagli Stati Uniti e da Israele, non dalla comunità internazionale. Ed è proprio questo il suo punto debole.”

Dopo due anni di guerra

L’accordo arriva esattamente due anni dopo l’attacco del 7 ottobre 2023, quando Hamas uccise circa 1.200 israeliani e prese in ostaggio 251 persone. Da allora, secondo il Ministero della Sanità di Gaza, le operazioni militari israeliane hanno causato oltre 67.000 morti, tra cui più di 20.000 bambini. Oggi, con la tregua alle porte, il mondo trattiene il respiro. Tutti guardano a Gaza, dove — come ha scritto un cronista locale — “forse, per la prima volta dopo due anni, la notte potrà essere davvero silenziosa.”

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