di Martina Esposito
Se confermato dalla Conferenza generale dei 194 Stati membri, El-Enany sarebbe il primo arabo a ricoprire questo ruolo nella storia dell’agenzia
Khaled Ahmed El-Enany Ali Ezz, nato nel 1971 a Giza, in Egitto, è stato eletto dal Consiglio esecutivo dell’Unesco come nuovo direttore generale, ottenendo 55 voti favorevoli su 57: un risultato quasi unanime, il più alto mai registrato nella storia delle elezioni dell’agenzia. La sua nomina dovrà ora essere confermata dalla Conferenza generale dei 194 Stati membri, convocata a Samarcanda, in Uzbekistan, a partire dal 30 ottobre. Solo dopo la ratifica El-Enany potrà assumere ufficialmente la guida dell’Unesco, istituzione delle Nazioni Unite fondata nel 1945 per promuovere la pace attraverso l’educazione, la scienza, la cultura e la comunicazione.
El-Enany, dai musei nazionali all’Unesco
Formatosi all’Università di Helwan, dove si è laureato in Egittologia, El-Enany ha costruito un percorso che intreccia ricerca accademica, esperienza sul campo e responsabilità politica. Dalle prime attività come guida turistica, è approdato all’insegnamento universitario e alla direzione di importanti progetti museali, fino a diventare Ministro delle Antichità (2016-2019) e poi Ministro del Turismo e delle Antichità (2019-2022), dopo la fusione dei due dicasteri. Durante il suo mandato ha promosso iniziative di valorizzazione del patrimonio egiziano di risonanza internazionale, come la celebre Parata dei Faraoni e l’inaugurazione del Museo Nazionale della Civiltà Egizia. Se confermato, sarà il primo arabo e il secondo africano nella storia dell’Unesco a ricoprire il ruolo di direttore generale: una scelta dal forte valore simbolico, che apre a una rappresentanza più ampia delle culture e delle visioni del Sud globale all’interno della governance culturale mondiale.
Una nuova fase per l’Unesco
El-Enany si prepara a guidare l’Unesco in una fase complessa. Gli Stati Uniti hanno annunciato il loro ritiro dall’agenzia entro il 2026, una decisione che rischia di ridurre significativamente il bilancio e l’influenza geopolitica dell’organizzazione. Il nuovo direttore dovrà dunque affrontare sfide delicate: ricostruire una base finanziaria solida, convincere i Paesi donatori a reinvestire nel sistema multilaterale e rilanciare la credibilità tecnica e culturale dell’istituzione. Centrale sarà anche la capacità di mantenere un equilibrio tra le priorità nazionali dei Paesi membri e la missione universale dell’Unesco, rafforzando la cooperazione nei campi dell’educazione, della scienza e del dialogo interculturale.
Tra gli obiettivi dichiarati di El-Enany figurano la mobilitazione del settore privato come partner strategico, la promozione di un turismo culturale sostenibile e il rafforzamento della tutela dei patrimoni minacciati, materiali e immateriali, in particolare nei contesti più vulnerabili del pianeta. Il suo mandato potrebbe così inaugurare una nuova stagione per l’Unesco, capace di unire diplomazia culturale e innovazione gestionale, in un tempo in cui la cultura torna a essere una risorsa decisiva per la pace e la convivenza globale.
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