Nasce il secondo Governo Conte, quello che molti considerano il figlio della nuova coppia forte della politica italiana. Una coppia che non sta in prima linea ma che di fatto ha determinato la nascita del Conti bis. Ci riferiamo a Beppe Grillo e a Matteo Renzi i veri king-maker di questo esecutivo che oggi andrà a chiedere la fiducia alle camere e poi a giurare sul Colle. In meno di un mese, cioè dal 7 agosto scorso giorno in cui Matteo Salvini aprì le danze, sì è così una risolta una crisi che ha come primo effetto conclamato un pesante ridimensionamento proprio della Lega. Così oggi il confermato Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alle 10 con i suoi 21 ministri arriverà al Quirinale per la cerimonia ufficiale di giuramento e poi tornerà a Palazzo Chigi per la prima riunione del nuovo consiglio dei ministri.
Ma vediamo come è composto il nuovo governo guidato dal professore foggiano. Tra i 21 ministri 10 sono di provenienza pentastellata, nove vengono dal Pd e uno in rappresentanza di Liberi e Uguali. Tra tutti solo soltanto due i riconfermati nel proprio dicastero, Alfonso Bonafede alla Giustizia e Sergio Costa all’Ambiente. Anche l’ex vicepremier Luigi di Maio è infatti stato costretto a cambiare poltrona passando agli Esteri e lasciando il Lavoro a Nunzia Catalfo.
Tra le novità, l’introduzione del Ministero dell’Innovazione tecnologica in mano alla giovane docente piemontese Paola Pisano, del Ministero dello Sport e delle politiche giovanili di Vincenzo Spadafora e la trasformazione del dicastero presieduto prima da Lorenzo Fontana, e poi per qualche settimana da Barbara Locatelli, in Ministero delle Pari opportunità e della Famiglia, guidato da Elena Bonetti. Il Conte bis presenta un miglioramento sul fronte della presenza femminile. Le donne sono una in più rispetto al Conte I, ma il peso dei loro incarichi è maggiore. Ci riferiamo ad esempio alla carica di ministro dell’Interno andata a prefetto Luciana Lamoregese, una ‘tecnica’ che raccoglie la non facile eredità lasciata da Matteo Salvini. Da notare anche l’ingresso di Leu nell’esecutivo con Roberto Speranza a cui viene affidato il dicastero della salute. Un ingresso questo che dovrebbe dare una copertura da sinistra al governo e soprattutto qualche prezioso voto in più in parlamento.
La squadra di Conti formata e affinata sotto la sapiente regia del Presidente Sergio Mattarella, vero dominus della crisi, è poi completata da Roberto Gualtieri all’Economia, da Stefano Pautelli allo Sviluppo Economico, da Lorenzo Guerini alla Difesa, Dario Franceschini alla Cultura e Turismo, Teresa Bellanova alle Politiche Agricole, Paola De Micheli alle Infrastrutture, Lorenzo Fieromonti all’Istruzione. Tra gli assegnatari dei dicasteri senza portafoglio figurano il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico d’Inca, Fabiana alla Pubblica Amminstrazione, Francesco Boccia agli Affari Regionali e alle Autonomie ed Enzo Amendola agli Affari Europei e Giuseppe Provenzano ministro per il Sud. I 5 Stelle hanno anche ottenuto Riccardo Fraccaro come sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Parte così un governo che un rinato Luigi Di Maio ha definito “ambizioso e coraggioso, in grado di portare avanti provvedimenti per la crescita e lo sviluppo dell’Italia“. Soddisfazione anche in casa Pd. Il segretario Zingaretti ha parlato “di svolta, per essere vicino all’Italia che soffre e all’Italia che cresce“.
Lunedì prossimo il Presidente del consiglio Conte presenterà per esteso il suo programma alla Camera dando così vita al dibattito per la fiducia, che si concluderà il giorno successivo al Senato. Ottenuto il sì delle due Camere, il governo otterrà la pienezza dei poteri e potrà cominciare ad operare. Il presidente della Repubblica, pur evidentemente soddisfatto dagli esiti di questa crisi agostana, non ha effettuato dichiarazioni politiche dicendo che ora la parola spetta al parlamento ma si è affacciato lo stesso in sala stampa per ringraziare i giornalisti e per sostenere che la pluralità dell’informazione è una risorsa per il paese. (red – giut)